Breaking Bad, la serie che non ti aspetti

giovedì, luglio 09, 2015


E’ sempre un trauma quando fuoriesci dal mondo fittizio in cui ti eri rintanato e di colpo ti ritrovi catapultato nella nuda e cruda realtà che abiti.
L’entità del trauma poi aumenta o diminuisce a seconda dell’affetto che nel tempo hai sviluppato nei confronti del luogo in cui hai vissuto e dei personaggi che hai conosciuto. E poco importa se i posti, se i protagonisti che incontri lungo la tua strada siano irreali, inventati di sana pianta, l’animo umano sviluppa - nonostante la consapevolezza che questi siano finti - un’empatia tale da riconoscerli quali veri. Maledetti neuroni a specchio!
Poi che le storie e le avventure che hai vissuto siano date da una moltitudine di parole stampate nero su bianco o che tu le abbia viste materializzarsi davanti agli occhi su uno schermo di un qualsivoglia dispositivo, la differenza non persiste.
Ho sperimentato la tristezza da addio narrativo più e più volte. L’ho sperimentata quando alla fine di una vita triste e ingiusta Jane Eyre trova l’amore e la serenità. L’ho sperimentata quando Arnau Estanyol sopravvive ad una serie di ingiustizie tipicamente medioevali e riscatta il suo nome, la sua persona e scopre attraverso gli amici più cari che ha il vero significato di famiglia.
L’ho sperimentata allo stesso modo quando il mentalista Patrick Jane – dopo un paio di stagioni di decadenza assoluta – e il pubblicitario Don Draper, l’uomo che ha tutto e nello stesso tempo non ha nulla, sono definitivamente usciti dalla mia vita.
Ma più di tutte l’ho sperimentata quando dopo 3100 minuti, quasi 52 ore insieme, Walter White esce prepotentemente dallo schermo della mia tv. E lo fa in modo violento e definitivo.
Sapete è sempre la stessa storia. Mi avvicino ad una serie tv di corsa, mi butto a capofitto nella storia e divoro puntate manco fossi una naufraga affamata, disperata, in cerca di cibo e di vita. Beh, Breaking Bad è stata l’eccezione. Convinta che la serie non potesse piacermi neanche lontanamente ho iniziato pigramente e un po’ controvoglia ad osservare le puntate della prima stagione. La prima impressione fu quella di trovarmi di fronte un personaggio monotono, privo di sfumature. Walter Walt viene presentato come l'essenza dell'uomo pecora, uno che vive la propria vita passivamente, nello stesso modo in cui io guardavo le sue vicende. Tutto quello che provavo per il signor White era una forte compassione, e mi chiedevo chi cavolo avesse concepito un personaggio così piatto.
La risposta a questa mia critica taciuta arriva 5 puntate dopo una scena della madonna che mi paralizza di fronte al televisore e mi fa capire la grandezza del prodotto che stavo guardando.
Il protagonista assoluto di questa serie tv per me è il cambiamento. Quello che trasforma il protagonista Walter White, mite professore di chimica, in Heinsenberg, produttore di metanfetamina purissima e criminale incallito. Dopo anni vissuti nella rinuncia di sogni, progetti e soldi Walter tira fuori l’ambizione che per tutta la sua vita era rimasta sepolta negli angoli più nascosti della sua persona e diventa l’uomo da temere e da servire. Le vicende del nostro protagonista si svolgono sulla sfondo della polverosa Albuquerque nello stato del Nuovo Messico. Ma la storia e la trama di questa serie tv è stata oggetto di così tanti post, articoli e chiacchierate che dubito seriamente che non ne abbiate sentito parlare.
AMC dopo Mad Men – la poetica serie tv su un gruppo di pubblicitari newyorkesi degli anni 50 – sforna un altro prodotto eccezionale. Una serie avvincente, che si fa guardare e amare. Una serie che ospita una sfilza di personaggi diversi, tutti caratterizzati perfettamente, tutti interpretati da attori a dir poco eccezionali. Bryan Cranston, Aaron Paul, Bob Odenkink e Giancarlo Esposito mettono in scena i più complessi protagonisti del mondo delle serie tv e lo fanno in modo eccelso.
E non siete ancora curiosi di vedere Breaking Bad fatevi persuadere dai 16 Emmy Awards e i due Golden Globe che il telefilm ha vinto nel corso della sua messa in onda americana.
A me non resta che dire addio ad una delle più belle serie tv di sempre e lo faccio ascoltando la canzone che ha messo la parola fine a queste meravigliose cinque stagioni.






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